Non gli piaceva il sistema: voleva starne fuori. Voleva vivere libero e godere appieno della grande avventura della vita. Svegliarsi all’alba con la prima luce del sole e il rumore del fiume che si mischia alle grida dei gabbiani. Il fiume l’aveva accolto…
Era anche per quel desiderio fisico di libertà che gli nasceva nell’animo e che non riusciva a controllare, una voglia di scomparire e di essere sconosciuto a tutti.
Con uno sguardo, non solo prendeva le misure del corpo, ma riusciva a catturare anche il peso dell’anima.
L’imbarazzo è uno strano sentimento. È un moto dell’anima che confonde il pensiero e lo paralizza. La mente si trova nell’impossibilità di partorire idee e quelle poche che riesce a produrre di solito sono banali.
Scomparso ogni rumore, brusio, vociare. Anche il fiume sembrava si fosse arrestato ad ascoltare. E il silenzio si era colmato di quella melodia struggente.
Il pensiero dei milleseicento volumi lo riempì di un gradevole calore interno e di una emozionante eccitazione. … Quasi una strada da percorrere, da assaporare lentamente. Un luogo non luogo situato in un’altra dimensione, una sospensione del tempo, da visitare subito.
Vaghiamo per le oscure stanze della nostra esistenza, e intrappolati come in un labirinto dai mille sentieri stentiamo a trovare la via d’uscita.
Ci sono incontri che cambiano la nostra esistenza in maniera totale. Linee che infine vanno a formare un disegno geometrico che rappresenta la nostra vita.
Camminarono lungo la riva del fiume in quell’ora in cui la notte comincia a lasciare il posto al giorno e il cielo fa le stelle più lontane.